Normative

 

Le normative oggetto di concertazione del tavolo di distretto
 

Il Distretto Tessile di Prato è impegnato a monitorare e influenzare attivamente l'evoluzione di alcune normative italiane e europee per garantire che siano compatibili con le specificità del territorio e le esigenze delle imprese locali. La collaborazione tra istituzioni, associazioni di categoria e imprese è fondamentale per affrontare le sfide e cogliere le opportunità offerte dalla transizione verso un modello di economia circolare e sostenibile.

 

ECODESIGN REGULATION

 

Cos’è:

Il nuovo Regolamento Ecodesign è entrato in vigore il 18 luglio 2024 e stabilirà regole operative specifiche per categorie di prodotto entro il 2025.
Entrato in vigore il 18 luglio 2024, il regolamento stabilisce requisiti minimi di sostenibilità per tutti i prodotti immessi sul mercato europeo, promuovendo la durabilità, riparabilità, riciclabilità e l'uso di materiali riciclati. Per i prodotti tessili, è previsto un divieto di distruzione di determinati articoli invenduti a partire dal 19 luglio 2026, con esenzioni per le micro e piccole imprese. Le aziende di Prato hanno espresso preoccupazioni riguardo all'accento posto sulla durata del prodotto, suggerendo che dovrebbero essere considerati anche la circolarità e la produzione responsabile. Si raccomanda che gli atti delegati mantengano un equilibrio tra questi aspetti, evitando di favorirne uno a discapito degli altri.

Obiettivi principali:

  • Maggiore durabilità e riparabilità dei prodotti;
  • Riduzione di sostanze pericolose;
  • Presenza di fibre riciclate
  • Miglior riciclabilità;
  • Divieto di distruzione di prodotti tessili invenduti (dal 2026 per grandi aziende, dal 2030 per medie).

Posizione del distretto di Prato: 

Promuovere equilibrio tra durabilità, circolarità e produzione responsabile;
Evitare eccessiva enfasi sulla performance che penalizzi materiali riciclati;
Adattare le specifiche prestazionali all’uso previsto del tessuto e alla composizione del materiale tessile.

📅 Stato attuale: In discussione 

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EXTENDED PRODUCER RESPONSIBILITY (EPR)

Cos’è:

Il sistema EPR attribuisce al “produttore” la responsabilità finanziaria e organizzativa del fine vita del prodotto.
Il Ministero dell’Ambiente italiano sta attualmente lavorando alla definizione di un decreto attuativo sull’EPR (Responsabilità Estesa del Produttore) per i prodotti tessili. Tuttavia, nel distretto pratese, la maggior parte delle PMI opera nella produzione di semilavorati – come filati e tessuti – e, per questo motivo, non rientra nella definizione attuale di "produttore", inteso come il soggetto che immette sul mercato il prodotto finito.
È importante sottolineare, però, che proprio nelle aziende tessili manifatturiere a monte della filiera si concentrano le competenze, le tecnologie e gli investimenti fondamentali per determinare il grado di sostenibilità di un prodotto tessile. Per questo motivo, è essenziale garantire:
Il diritto di partecipare attivamente alla governance dei consorzi di gestione dei rifiuti.
Una differenziazione dell'eco-contributo tra prodotti riciclati e non, con comunicazione chiara ai consumatori.
Trasparenza sulla destinazione dei materiali secondari per il riutilizzo.
Finanziamenti adeguati derivanti dall'eco-contributo per ricerca e sviluppo.
Norme che riconoscano e valorizzino le specializzazioni territoriali nella gestione dei flussi di riciclo.

Obiettivi principali:

  • Incentivare la raccolta, il riuso e il riciclo dei tessili
  • Finanziare innovazione e infrastrutture sostenibili

Richieste del distretto:

  • Ruolo attivo anche per le aziende della filiera tessile, non solo per i brand;
  • Eco-contributi differenziati tra materiali riciclati e non;
  • Maggiore trasparenza sulla destinazione dei materiali secondari.
     

📅 Stato attuale:  

Il Decreto Ministeriale nazionale è uscito adesso da una fase di consultazione con gli stakeholder. A livello europeo la modifica alla direttiva quadro sui rifiuti che introduce l'EPR tessile è già passata al vaglio del Trilogo.


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DIGITAL PRODUCT PASSPORT (DPP)

Cos’è:

Un “passaporto digitale” che accompagna il prodotto e contiene informazioni su tracciabilità, sostenibilità, materiali, ecc.
Questo strumento mira a fornire informazioni dettagliate sulla sostenibilità dei prodotti, come la composizione, l'origine e l'impatto ambientale. Tuttavia, è essenziale che l'onere organizzativo e finanziario non ricada eccessivamente sulle PMI. Si sottolinea l'importanza di includere informazioni rappresentative, come il paese di lavorazione e l'importo del contributo ambientale nell'ambito dell'EPR.

Obiettivi principali:

  • Migliorare la trasparenza e informare i consumatori;
  • Stimolare scelte di acquisto sostenibili.

Richieste del distretto:

  • No a oneri eccessivi per le PMI
  • Valorizzare le informazioni relative alla tracciabilità della produzione attraverso dati davvero utili come il Paese di lavorazione e il contributo EPR
     

📅 Stato attuale:

In discussione 

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RIDUZIONE DELL’IVA PER MATERIALI RIGENERATI

Cos’è:

Proposta di abbassamento dell’IVA al 5% sui prodotti realizzati con materiali riciclati e certificati.
Per incentivare l'acquisto di prodotti realizzati con materiali rigenerati, certificati tramite etichette specifiche o marchi collettivi, si propone una riduzione dell'aliquota IVA al 5%. Questa misura dovrebbe essere accompagnata dal rafforzamento degli Acquisti Pubblici Verdi (GPP) e dall'aumento dell'adozione di acquisti verdi da parte delle amministrazioni pubbliche. Inoltre, sarebbe utile introdurre incentivi per le PMI che, pur non essendo direttamente soggette alle nuove normative EFRAG/CSRD, fanno parte delle filiere di aziende obbligate a conformarsi.

Obiettivi principali:

  • Incentivare acquisti sostenibili;
  • Rafforzare il Green Public Procurement nella PA;
  • Supportare le PMI nella transizione CSRD anche se non obbligate.

📅 Stato attuale: In discussione 

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END OF WASTE (TESSILI)

Cos’è:

Normativa che definisce il momento in cui un rifiuto cessa di essere tale e diventa materia prima secondaria. Oltre al momento dovrebbe definire anche quali processi/operazioni deve aver superato e che caratteristiche deve avere il materiale per poter essere considerato MPS e non più rifiuto.
Il distretto di Prato, forte della sua centenaria esperienza di rigenerazione di materiali tessili e tenendo conto delle caratteristiche dimensionali delle (micro e piccole) imprese ultra specializzate in singole fasi di lavoro, punta a promuovere il riutilizzo, la rigenerazione e il riciclo industriale dei tessili, definendo chiaramente il momento in cui i rifiuti cessano di essere tali e diventano materiali secondari. 
Si ritiene che la fase di recupero debba essere quanto più possibile prossima alla selezione iniziale dei rifiuti tessili, per evitare oneri amministrativi eccessivi per le micro imprese specializzate della filiera del recupero. Una estensione eccessiva dei processi che rientrano nella gestione dei rifiuti potrebbe compromettere la competitività e la sostenibilità economica del settore.


Criticità per il distretto:

  • Il processo deve concludersi dopo la selezione, sanificazione e taglio e non dopo la sfibratura;
  • Regole troppo restrittive metterebbero in crisi migliaia di micro e piccole imprese;
  • Serve una definizione realistica per tutelare il riciclo industriale diffuso.


📅  Stato attuale:

lo studio preliminare è alla fase conclusiva in sede di Joint Research Centre, ovvero il Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea.


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REACH E TESSILI RICICLATI

Cos’è:

Regolamento europeo per la sicurezza e la gestione delle sostanza chimiche in europa.
Il regolamento REACH  è il riferimento per la sicurezza chimica dei prodotti e per  la gestione delle sostanze chimiche nei prodotti tessili e non solo., è necessario che le restrizioni sul materiale tessile tengano conto del ciclo di vita del materiale nel caso di tessili riciclati,, evitando che l'applicazione indifferenziata delle restrizioni REACH ostacoli il recupero dei materiali. Un Applicazione indifferenziata delle restrizioni potrebbe limitare il riciclo meccanico dei tessili, soprattutto per i materiali post-consumo, e portare a una gestione inefficace dei rifiuti.
 

Sfida per i riciclati:

  • Applicazione indifferenziata delle restrizioni  ostacola l’uso di materiali post-consumo
  • Serve equilibrio tra tutela ambientale e praticabilità industriale.


📅 Stato attuale
In vigore dal:  01/06/2007

Stato: Attivo

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GRS CERTIFICATION & REGOLAMENTO CE 765/2008

Cos’è:

Il GRS (Global Recycled Standard) è uno standard che  certifica l’uso di materiali riciclati nel materiale tessile.

La certificazione Global Recycled Standard (GRS) è ampiamente utilizzata nel settore tessile per attestare la presenza di materiali riciclati nei prodotti. Lo standard non è ancora incluso nel sistema di accreditamento europeo secondo il  Regolamento (CE) n. 765/2008. Si propone di includere lo standard GRS tra quelli riconosciuti a livello europeo, per promuovere l'adozione di prodotti realizzati con materiali riciclati  e garantire la trasparenza e la sostenibilità della filiera.


Richiesta del distretto:

Riconoscimento dello standard GRS a livello europeo;
Riconoscere formalmente la tracciabilità e le garanzie ambientali offerte da questa certificazione;
Supportare le oltre 1.250 aziende italiane già certificate.


📅 Stato attuale:

Proposta di includere il tema nell discussione europea.


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Ultimo aggiornamento: 22/05/2025